Risaie del Piemonte Quotidiano Piemontese Novembre 5, 2024

Risaie del Piemonte

Autore
Enzo Biagi
Data
30 ottobre 2023

Il Piemonte è il maggiore produttore italiano di riso grazie a una regione di produzione che ha la sua capitale a Vercelli , ma che si anche nelle province di Novara, Biella e Alessandria. La produzione e trasformazione del riso in Piemonte coinvolge oltre diecimila famiglie tra dipendenti e imprenditori impegnati nell’intera filiera. Il riso vive nell’acqua e se l’acqua manca o scarseggia le produzioni risicole diventano difficili se non impossibili. Nel 2003 i dati sono pesantissimi dato che la siccità mette a rischio un terzo della produzione di riso, grano e orzo. Al Piemonte manca l’80% della pioggia. L’allarme si è diffuso oramai anche all’estero tanto che il Guardian ha titolato a fine febbraio 2024 : “Risotto crisis: the fight to save Italy’s beloved dish from extinction”. I cambiamenti climatici stanno impattando pesantemente l’ambiente, l’economia e la vita dei cittadini del Piemonte. Dalla provincia di Alessandria, a Vercelli, alle Langhe in provincia di Cuneo, la siccità sta già avendo pesanti ripercussioni sulle colture tipiche piemontesi

Il crollo di oltre il 30% della produzione del riso in Italia nell’ultimo anno a causa del meteo sta spingendo gli agricoltori ad abbandonare le risaie con effetti preoccupanti sull’ecosistema, l’economia e l’occupazione.

Allo stesso modo la carenza di pioggia e neve sta cambiando l’economia delle località turistiche invernali. Il caldo e l’inquinamento rendono poco vivibili le grandi città della pianura Padana. Ma è nelle risaie del Piemonte dove si manifesta in maniera più evidente il cambiamento climatico. A causa della siccità sono stati coltivati in Italia quasi 8mila ettari di riso in meno per un totale di appena 211mila ettari, ai minimi da trent’anni. Questi sono i dati di Coldiretti. Il crollo di oltre il 30% la produzione del riso in Italia nell’ultimo anno a causa del meteo sta spingendo gli agricoltori ad abbandonare le risaie con effetti preoccupanti sull’ecosistema, l’economia e l’occupazione. Circa il 94% del riso raccolto in Italia è coltivato in Piemonte, vicino a Vercelli e Novara, e in Lombardia, nell’area del pavese. Il Piemonte L’Italia garantisce il 50% dell’intera produzione di riso della Ue Con 1,5 milioni di tonnellate all’anno l’Italia è il primo fornitore di riso in Europa, con una gamma di varietà e un livello di qualità uniche al mondo. 

Gli italiani consumano in media fra i 5 e i 6 chili di riso a testa. La Regione Piemonte nel febbraio 2024 ha chiesto il riconoscimento della calamità naturale per la siccità perdurante, che colpisce da mesi il territorio provocando grandi difficoltà per alcuni settori dell’agricoltura tra cui il settore risicolo. La carenza di acqua sta creando una vera “guerra” per potersela accaparrare per determinati utilizzi agricoli piuttosto che per altri tanto che la giunta regionale ha chiesto uso solidale dell’acqua e una valutazione specifica degli utilizzi e delle risorse idriche che tenga conto del valore delle coltivazioni e degli impianti che rischiano di essere perduti.

Le terre del Riso in Piemonte sono un tessuto prevalentemente di campagna nell’ambito della Pianura Padana che creano paesaggi che cambiano di stagione in stagione. In primavera, l’allagamento delle risaie nel periodo della semina forma il celebre mare za quadretti. In estate, le distese verde brillante portano alla fioritura del riso e alla formazione dei chicchi. La necessità di apportare acqua alla coltura del riso ha portato nel tempo alla realizzazione di opere idrauliche per portare l’acqua direttamente nei campi coltivati. Il paesaggio delle terre del riso è quindi mutato e ora caratterizzato  da questo complesso sistema di canali irrigui il Canale Cavour, il Naviglio di Ivrea e il Canale Depretis che utilizzano l’acqua di Dora Baltea, Sesia e Po e dei torrenti  Elvo e Cervo. I territori del riso sono un ecosistema unico, l’habitat perfetto per un gran numero di specie vegetali e animali come alghe, piante, pesci, anfibi, rettili, molluschi, crostacei, vermi ed insetti. Gli animali e le piante delle risaie dipendono per la sopravvivenza gli uni dagli altri: sono parte di una catena alimentare. La tutela dell’ecosistema risaia assicura ai contadini raccolti di qualità e garantisce la conservazione della biodiversità. Il riso diventa tradizione gastronomica importante per il territorio insieme con piatti legati alla fauna della risaia come le rane. Il risotto è il piatto forte nelle diverse declinazioni alla Piemontese, con Castelmagno, al Barolo, allo Zafferano, alla zucca, oltre che alla panissa, un piatto tipico a base di riso con l’aggiunta di fagioli e cotica di maiale La storia del riso in Piemonte nasce dal principato e l’abazia di Lucedio che furono fondati nel 1123 dai monaci Cistercensi provenienti dalla Borgogna che bonificarono il territorio, introducendo per primi in Italia la coltivazione del riso verso la metà del 1400. Lucedio è considerata la culla del riso italiano: da qui si sviluppò il territorio delle Grange, aziende agricole che si intervallavano su un ampio comprensorio agricolo, ottenuto grazie alle opere di disboscamento e livellamento dei terreni. Nelle province di Vercelli e Novara si concentra la maggior parte delle coltivazioni di riso Piemonte. Nelle due province si trovano, infatti, rispettivamente il 53,2% e il 35,1% delle aziende risicole piemontese, ma il riso è anche coltivato nelle province di Alessandria e Biella. Vercelli è considerata la capitale Europea della produzione del riso di cui vengono coltivate più di 100 varietà. Vercelli è sede della Borsa Risi ed è circondata da migliaia di ettari di risaie

L’allarme si è diffuso oramai anche all’estero tanto che il Guardian ha titolato a fine febbraio 2024: 'Risotto crisis: the fight to save Italy’s beloved dish from extinction'.