Nel luglio 2023 e nel giugno 2024 si sono susseguiti episodi devastanti, dalla potenza imponderabile e mai vista. Hanno colpito il territorio di Saronno, nei Comuni di Gerenzano, Cislago, Origgio e Turate, nel vicino Comasco, ma anche l’Alto Milanese. Piogge, fulmini, alberi crollati, grandine, case e auto letteralmente distrutte, episodi concentrati in pochi minuti che hanno provocato disastri e devastazioni senza precedenti.
THOMAS E ILARIA, GENITORI SENZA PIÙ UNA CASA
Tra le tante storie incontrate sul territorio, c’è quella di Thomas e Ilaria, genitori di due bambini piccoli all’epoca dei fatti di un mese e due anni e mezzo. La loro casa in via Isonzo a Gerenzano è stata distrutta dal nubifragio e dalla grandine caduti nella mattinata di venerdì 21 luglio 2023, il primo dei due episodi verificatisi a distanza di pochi giorni. È stato come un bombardamento, una violenza inaudita. Ora siamo senza casa e non sappiamo cosa fare nè dove andare – hanno raccontato Thomas e Ilaria, 32 e 28 anni, papà e mamma di Mattia e Aurora -. Il tetto è stato completamente distrutto, l’acqua è entrata dappertutto e la casa è stat dichiarata inagibile dai vigili del fuoco». Con loro abitavano anche i genitori di Thomas, 70 anni il padre e 60 la madre, entrambi cardiopatici e diabetici. Si sono ritrovati sfollati dopo un temporale dalla forza devastante. Hanno perso tutto, casa, auto, fiducia. Fortunatamente grazie al supporto del Comune di Gerenzano e del Comune di Cislago e all’aiuto di alcuni cittadini hanno trovato riparo e sono riusciti a ripartire. Nei loro occhi e in quelli dei loro bambini resta la paura di quei momenti, il timore di aver davvero perso tutto per una tempesta improvvisa.
Una cosa simile è successa a Fabio e Carmen, anche loro genitori di un bimbo di 4 anni. La loro casa a Origgio è stata devastata dalla grandine caduta tra la serata di martedì 11 e la notte di mercoledì 12 giugno 2024. La loro casa, una villetta indipendente su due livelli, è stata infatti dichiarata inagibile dai vigili del fuoco a seguito della grandinata. «È successo tutto in pochi minuti, prima si sono riversate le acque dallo scarico del water, poi dal secondo piano abbiamo sentito un boato perché era crollato il controsoffitto ed è iniziata ad entrare acqua e grandine in quantità mai viste – racconta Fabio, 36 anni -. Tutto ciò è capitato proprio mentre ho un braccio infortunato, quindi mi sono sentito davvero imponente». «È stata una scena indescrivibile, siamo ancora sotto shock, non abbiamo mai vissuto un momento così brutto – aggiunge -. La casa era stata ristrutturata cinque anni fa, avevamo appena comprato i mobili fatti su misura. Oltre al danno economico, in cinque minuti abbiamo visto i sacrifici di una vita sparire. Vedere tutto distrutto è stato un trauma».
I TETTI DI GERENZANO: IMMAGINI DI UN BOMBARDAMENTO
Tetti che sembrano letteralmente bombardati, ripresi dall’alto l’immagine rende l’idea di quello che è stato un episodio senza precedenti. Tra venerdì 21 e lunedì 24 luglio 2023, sono caduti chicchi di grandine grandi come palline da golf su tutto il Saronnese ed in particolare su Gerenzano, Cislago e Saronno.
LA CONTA DEI DANNI
A Saronno, ma anche a Legnano e nel territorio dell’Alto Milanese, la furia delle acque cadute dal cielo ha provocato allagamenti su tutto il territorio. Le immagini delle strade trasformate in veri e propri fiumi, i sottopassi allagati con auto e mezzi bloccati sott’acqua, cantine e case inagibili, sono davvero tantissimi i danni. Oltre 6 milioni di euro di danni agli edifici pubblici del Saronnese. È la stima fatta dai Comuni di Saronno, Caronno Pertusella, Cislago, Gerenzano, Origgio e Uboldo dopo gli avversi eventi meteorologici che hanno colpito il basso Varesotto nel luglio 2023.
A Saronno la stima sfiora i due milioni di euro di danneggiamenti, edifici scolastici tutti danneggiati, con danni alle coperture, ai vetri e ai pannelli fotovoltaici dove c’erano, danni anche a diverse sedi di associazioni cittadine, oltre che a recinzioni e strade, senza dimenticare gli alberi secolari sradicati come fossero stuzzicadenti dalla furia della tempesta. Anche a Gerenzano la stima ha toccato i 2 milioni di euro: «Tutti gli edifici pubblici sono stati pesantemente danneggiati, dalla scuola Enrico Fermi, alla scuola Clerici, il palazzetto dello sport, palazzo Fagnani, il Comune, il Centro anziani. L’impianto fotovoltaico della scuola Clerici è quasi tutto danneggiato, 98 pannelli su 100 sono da buttare», ha spiegato la sindaco Stefania Castagnoli. Presso la scuola Aldo Moro è stato allestito un centro d’emergenza per accogliere le famiglie che hanno necessitato di un ricovero notturno, in totale 19 persone.
E ancora 800 mila euro è la stima dei danni agli edifici pubblici di Cislago, ad Uboldo 660 mila euro, ad Origgio 600 mila euro. In generale anche in tutta l’area della città Metropolitana di Milano si sono verificati danni e allagamenti, a Legnano, Canegrate, Rescaldina, Villa Cortese, Busto Garolfo, Dairago, Cerro Maggiore e Parabiago e in tanti altri Comuni della zona.
I DATI
Tabella con accumuli pluviometrici giornalieri per UBOLDO nel periodo 2022-2024 e Grafico del progressivo dell’accumulo pluviometrico (in mm) per UBOLDO degli anni 2022-2024. Dati elaborati dal Centro Meteo Lombardo
DI SEGUITO I DATI DEL CENTRO GEOFISICO PREALPINO
I dati di pioggia giornalieri di luglio 2023 e giugno 2024 nella stazione di Castellanza (poiché Lazzate è stata danneggiata dalla grandine e non ha registrato correttamente i dati di pioggia) e della stazione ARPA di Saronno Santuario. Bisognerebbe valutarne il tempo di ritorno, quindi poterli confrontare con una statistica di molti decenni. Inoltre eventi temporaleschi come quelli di giugno 2024 o luglio 2023 colpiscono territori molto ristretti in cui spesso non ci sono centraline meteorologiche che possano registrare le massime intensità
Paolo Valisa
POSSIBILI SOLUZIONI: IL PROGETTO CITTÀ METROPOLITANA SPUGNA
Al di là dei risarcimenti e dei fondi messi a disposizione da Regione Lombardia, alcuni erogati, altri ancora da erogare (a Gerenzano mancano ancora 32 mila euro), c’è l’esempio di Città Metropolitana che con il progetto Spugna, finanziato con fondi PNRR, prevede di realizzare, insieme a 32 Comuni, 90 interventi di mitigazione dell’impatto climatico (siccità/precipitazioni intense e concentrate) grazie all’uso di NBS (Nature Based Solution) per un terreno meno fragile e vulnerabile.
Gli interventi interessano aree di proprietà pubbliche (parcheggi, piazze, sedi stradali e aree verdi) e prevedono la realizzazione di opere di disconnessione delle superfici e la gestione sostenibile delle acque meteoriche di dilavamento superficiale, privilegiando la ritenzione in loco con recapito per infiltrazione, dove possibile, nel suolo e nei primi strati del sottosuolo. Le tipologie di opere di drenaggio urbano sostenibile da utilizzare sono: deimpermeabilizzazioni di superfici, aree di bioritenzione, trincee infiltranti e drenanti, box alberati, bacini di detenzione, zone umide, canali di drenaggio vegetati, sistemi di infiltrazione profonda, ritenzione sotto superficie stradale, pavimentazioni drenanti, serbatoi di accumulo o cisterne.
CINZIA DAVOLI, SERVIZIO SVILUPPO SOSTENIBILE E SISTEMI DI SUPPORTO ALLE DECISIONI DELLA CITTÀ METROPOLITANA DI MILANO
«A partire dal 2016 città metropolitana di Milano si è impegnata nell’analisi degli effetti dei cambiamenti climatici in ambito urbano andando a indagare sostanzialmente due situazioni, quella riguardante le isole di calore in ambiente urbano (la differenza di temperatura che di notte rimane in ambiente urbano rispetto alla temperatura che la stessa notte rimane in ambito più di campagna). Una differenza che a volte raggiunge anche i 5 gradi è stata calcolata la Città Metropolitana utilizzando 240 notti in 5 anni. Abbiamo mappato l’effetto di quello che si chiama cambiamento climatico all’interno della nostra area, puntualmente. Inoltre abbiamo analizzato quello che viene chiamato Run Off, cioè il ruscellamento dell’acqua sul nostro territorio che è particolarmente urbanizzato e quindi asfaltato non ci sono tanti spazi dove il terreno è un terreno aperto e libero. Il ruscellamento, cioè l’acqua meteorica che piovendo va a unirsi alle gocce di pioggia in una sorta di “torrente urbano”, non governato. Il Run Off in Città Metropolitana raggiunge anche medie che vanno al di sopra o intorno al 90 per cento. Quindi cosa significa che il nostro territorio riesce naturalmente ad assorbire in alcuni momenti dell’anno soltanto il 10% delle piogge che riceve, mentre il 90 per cento deve essere gestito perché altrimenti va e ruscella per le strade, ruscella nella fognatura, ruscella nelle cantine e va anche alimentare il reticolo idrico minore dando vita, poi, a delle esondazioni verso valle. Quindi che bisogna fare? Interventi per adattare il nostro territorio a questi due effetti: interventi che Città Metropolitana ha selezionato nel Progetto Spugna, un particolare modo di urbanizzare il territorio facendo sì che l’acqua venga trattenuta e gestita localmente, grazie a strumenti naturali che si chiamano Nature Base Solutions, strumenti tecnologici particolarmente innovativi che gestiscono l’acqua e gestiscono le isole di calore usando la natura come tecnologia, quindi ribaltando un po’ il processo, non soltanto microchip, ma alberi, piante e verde che da una parte ci aiutino a tagliare le isole di calore e quindi avere più raffrescamento nelle nostre città e dall’altra ci aiutino a gestire l’acqua e quindi tutte le acque meteoriche, trattenendo il più possibile all’interno di bacini che si chiamano Rain Garden, i giardini della pioggia, che grazie ai loro invasi riescono a trattenere grandi volumi d’acqua, poi purificando quest’acqua grazie alla natura e poi rilasciando quest’acqua in falda oppure qualora i fenomeni siano particolarmente significativi rilasciandola anche in fognatura. Queste due tipologie di interventi sono interventi di adattamento, ma utilizzando la natura aiutano anche a mitigare le cause del cambiamento climatico, quindi rendono il nostro territorio sempre più resiliente e forte».
«Stiamo parlando di quasi 500 mila metri quadrati che vengono de impermeabilizzati, cioè dei pavimenti che diventano verde e le loro acque non vanno più in fognatura. Normalmente sono circa 500 mila metri cubi che ogni anno da tutti questi interventi non andranno più a finire nella fognatura o non ruscelleranno. In più si va a posare e a gestire un numero veramente elevatissimo di piante che porteranno nuovi impollinatori, nuova biodiversità per tutta la Città Metropolitana. Sono interventi non energivori. Anzi portano assolutamente un risparmio energetico, stimato per quasi 11 tonnellate equivalenti di petrolio annue che non verranno più emessa in atmosfera con un grande risparmio sia per le tasche dei cittadini, ma soprattutto per la qualità dell’aria».